Nel quartiere Washington, a Milano, un appartamento degli anni ’70 è stato riorganizzato attraverso un intervento che definisce nuovi rapporti tra gli ambienti, mantenendo continuità visiva e funzionale. L’ingresso, stretto e raccolto, si apre come anticamera riservata: un volume rivestito in legno, segnato da luci radenti e arredi su misura. È uno spazio di soglia, dove prende forma il tono materico e cromatico dell’intero progetto. La zona giorno è scandita da pannellature in tessuto con profili neri, che reinterpretano la boiserie classica. Un sistema di sedute e tavolini centrali disegna l’area conversazione, mentre tappeti orientali e oggetti collezionati negli anni restituiscono un senso di stratificazione domestica. La cucina si sviluppa attorno a un grande tavolo ottagonale in marmo e nero laccato. Il contrasto tra superfici opache e riflettenti, legni scuri e dettagli metallici definisce un ambiente compatto, attraversato dalla luce naturale che filtra dalle grandi aperture sul giardino. Un progetto che lavora sulla dettagli e sulla coerenza materica, in un equilibrio tra disegno architettonico e presenza vissuta.